STORIA E ARCHEOLOGIA DEL CIBO

L’Anfora di Baratti

Conoscete la storia dell’anfora di Baratti? 📜


Era l’alba di una primavera del marzo 1968, quando il peschereccio del signor Gaetano Graniero, “La Bella Michelina”, durante l’attività di pesca nelle acque antistanti il Golfo di Baratti, riportò a galla nelle sue reti uno strano oggetto, simile ad una fiasca. Era completamente ricoperto dalle incrostazioni marine e deformato 🐚


Non conoscendo le leggi di tutela, non segnalò il ritrovamento alle autorità preposte, ma scrisse al presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, comunicando che avrebbe voluto donargli l’anfora sperando in un atto di liberalità che gli consentisse l’acquisto di una nuova barca ⛵


Consegnata al Centro di Restauro dell’allora Soprintendenza Archeologica della Toscana, l’anfora venne restaurata mirabilmente dal restauratore Sergio Neri 🏺


Il vaso si inserisce bene in una tipologia di manufatti di lusso prodotti in epoca romana e tardo-antica. La forma (ma non la decorazione) è simile a quella di un’anfora d’argento ritrovata a Conçesti, in Moldavia, oggi conservata all’Ermitage di San Pietroburgo 🏛️


L’anfora di Baratti è un oggetto di grande valore intrinseco e artistico, forse destinato ad abbellire una ricca mensa. Dimensioni e decorazione non ne escludono comunque un diverso utilizzo, anche cultuale. Molto problematica è la determinazione dell’epoca e del luogo di produzione: l’ipotesi più probabile la riconduce ad una manifattura attiva alla fine del IV secolo dc ad Antiochia di Siria, allora il centro mediterraneo più importante per la lavorazione artistica dell’argento. Non si può, tuttavia, escludere una provenienza dai centri produttivi dell’area danubiana, come Sirmium o Naissus 🗺️


La decorazione, ricca e articolata, è formata da 132 medaglioni ovali, figurati a rilievo: sono disposti su dieci fasce, sul corpo e sul collo del vaso 📷


I medaglioni racchiudono figure maschili e femminili della mitologia classica: tra gli altri si riconoscono Zeus, Era, Afrodite, Atena, Apollo, Ares, Cibele, Dioniso. La complessa decorazione si spiega con difficoltà: le scene sembrano ruotare intorno al mito di Paride, con intrecci continui e rimandi raffinati ad altri miti, secondo un atteggiamento tipico del pensiero culturale e religioso della Tarda Antichità 🔍